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Biotopi, aree protette e habitat

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La ricchezza dei paesaggi, della flora e della fauna rendono l’ambiente di collina unico. L’alternanza tra pendii e fondovalle definisce una grande varietà di microclimi e di luoghi.
L’eterogeneità che ne deriva è preziosa. Essa concorre alla salvaguardia della biodiversità e della presenza di popolazioni numerose delle singole specie.
Le colline dell’Alta Langa sono ancor più particolari per la loro morfologia. Sono molto alte: in alcuni casi superano gli 800m di altitudine. I versanti sono lunghi. Alle varie fasce di quota, si ritrovano, pertanto, colonizzazioni vegetali differenti. In fondovalle o, ancor meglio, nelle zone di impluvio, vi è accumulo dell’acqua, che fluisce dalle estese superfici dei versanti.
Nelle parti più alte di queste colline, si distinguono nettamente due realtà contrapposte. I pendii aridi e con abbondante pietrosità da un lato; dall’altro, invece, quelli più profondi, omogenei, più dotati di acqua e fertili.
La distribuzione delle piante è quindi peculiare ad ogni caso. Nei primi, le essenze arboree più diffuse sono la roverella, il ciliegio selavatico e l’acero, tra le arbustive, sono ricorrenti il biancospino, il prugnolo, la rosa gallica, la rosa canina e il nocciolo selvatico.
Nelle realtà contrapposte, invece, domina il bosco misto. In esso, si possono incontrare esemplari di arboree anche di notevoli dimensioni. Le specie qui più diffuse sono il castagno, il frassino, l’olmo e la roverella. È anche presente il cerro, sebbene meno frequente.
L’equilibrio che nel tempo si è consolidato, che oggi regola le relazioni tra gli ambienti boschivi spontanei e le aree agricole in cui l’uomo pratica la coltivazione e l’allevamento, è stabile.
La particolare morfologia di questa zona collinare ha offerto agli agricoltori spazi rigorosamente contrapposti a quelli in cui la natura regna invece incontrastata. In questi ambienti, le evoluzioni degli insediamenti umani e le regole di vita sembrano procedere molto più lentamente, che non altrove.
L’Alta Langa è così un prezioso esempio di relazione ordinata tra l’uomo e l’ambiente.

Più in dettaglio, le Langhe sono ricche di habitat interessanti dal punto di vista naturalistico e conservazionistico. Tra di essi molti rientrano nell'allegato I della Dir. CEE 92/43/CEE. Si passeranno in rassegna alcuni di essi che coprono superfici importanti o con distribuzione puntuale (tra parentesi il codice Natura 2000 di identificazione dell'habitat).

Habitat di interesse prioritario

- Praterie secche su calcare a prevalente Bromus erectus: sono le praterie secche utilizzate come prato-pascoli o abbandonate da tempo, importanti perché ospitano parecchie specie di Orchidee. Sono habitat in stato di conservazione buono per la sospensione degli interventi antropici, a volte però, in pericolo a causa dell'evoluzione naturale verso il bosco.
- Ghiaioni xerofili calcarei e di calcescisti montano (-subalpini): nelle Langhe sono fitocenosi distribuite in modo molto frammentario su dirupi e pendii franosi (calanchi) caratterizzate dalla presenza di una Graminacea (Achnatherum calamagrostis)

Habitat di interesse comunitario
- Prati stabili da sfalcio di bassa quota in coltura tradizionale: sono gli arrenatereti che costituiscono quota parte dei prati sfalciabili nelle Langhe.
Tra gli altri habitat rientrano i boschi che per brevità non elenchiamo in modo dettagliato:
- Querco-carpineti di pianura e degli impluvi collinari
- Boschi alluvionali di ontano nero, ontano bianco e salice bianco (ev. con pioppi)
- Boschi di castagno.
Tra i biotopi segnalati dalla Rete Natura 2000 nell'area di studio rientrano 8 biotopi di interesse regionale e 1 di interesse comunitario (vedi Figura sottostante)

Biotopi di interesse comunitario
- "Sorgenti del Belbo": si trova nel comune di Camerana (CN), rappresenta l'unica stazione umida con specie rare o prevalentemente montane delle Langhe inserito in un esteso alneto di Ontano nero (Alnus glutinosa) misto con querceti di roverella e castagneto alle sorgenti del fiume Belbo. Tra le specie vegetali Orchis laxiflora, Carex buxbaumii.

Biotopi di interesse regionale

- "Bosco a Lilium martagon": sito nel comune di Camerana (CN) è una ricca stazione in un bosco mesofilo, ai margini della Riserva Naturale delle Sorgenti del Balbo
- "Bric dei faggi": sito a Prunetto (CN) si tratta dell'ultimo residuo di faggeta, di una certa consistenza, nel territorio delle Langhe.
- "Il torrente Belbo e il lago delle Verne": area umida sorprendentemente integra nel comune di S. Benedetto Belbo (CN) ricchissima di avifauna dovuta soprattutto alla purezza delle acque del torrente Belbo.
- "Serra dei pini con orchidee": il sito ospita la più ricca stazione di Orchidee delle Langhe (Montelupo Albese). In pochi ettari si possono contare una trentina di specie diverse, ciascuna rappresentata da diversi esemplari.
- "San Bovo di Castino": nel comune di Castino rappresenta un area a cavallo di un versante xerofilo a pino silvestre e un versante mesofilo (faggio, acero campestre e acero, opalo, castagno). Il principale interesse è costituito da un complesso edilizio in arenaria a secco in cui si aprono alcuni Crotin (=sorgenti di origine antropica) in cui vive un complesso di specie igrofile, vegetali e animali, tra cui spicca il Tritone alpestre (Triturus alpestris)
- "Stazione a Centaurea alpina": si tratta di terrazzamenti siti nel comune di Mango (CN), con muretti a secco, abbandonati dall'uomo, che ospitano una ricchissima flora di specie interessanti tra cui spicca Centaurea alpina (specie rarissima presente solo in poche stazioni disgiunte delle Alpi)
- "Stagni di Neive": area umida di origine artificiale in Neive (CN) derivata dall'abbandono e dalla successiva rinaturalizzazione spontanea di un sito di cava localizzata sulla sponda sinistra del Tanaro. Notevole importanza per l'avifauna (stanziale e migratrice) tra cui la Moretta Tabaccata (Aythya niroca) e il Tarabuso (Botaurus stellaris)
- "Stagni di Mogliasso ": paesaggio caratterizzato da una successione di calanchi molto interessante per l'avifauna sia stanziale che di passo in gestione al WWF.

Tratto da “Area Forestale: Alta Langa e Langa Esterna – Piano Forestale Territoriale” della Regione Piemonte e dall'Osservatorio Naturalistico Madonna della Pace
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